Buon mercoledì a tutti!
Eccomi qui all'improvviso. Non potevo lasciar andare MFW senza avervi raccontato qualcosa
Tempo di lettura 7 minuti. Qui si parla di #mfw, di quanto è stato bello vedere uno show anche dal backstage, del resee di Gucci e di piccoli brand che sbocciano. Della mostra di un amico in grado di portare la sua creatività anche nelle cose in cui crede.
Piove ancora, e metà di MFW l’abbiamo passata sotto la pioggia. Per anni, Milano Fashion Week ha significato per me uscire alla mattina alle 9 e rientrare di sera, perché è così che dovevo fare (leggete la news letter di settimana scorsa) … Ora che non è più necessario, customizzo la settimana con altri obiettivi. La priorità è vedere quello che mi interessa e ricavarne contenuti che spero possano interessare anche voi: quindi pochi show, tanti resee importanti (quelli che ci piacciono e che poi atterrano sulla piattaforma) e un po’ di tempo dedicato a nomi nuovi o che voglio conoscere meglio: come Francesca Liberatore, con la sua performance in sala Verdi del Conservatorio o il marchio svedese Rave Review, che con tessuti recuperati (tanto tartan e maglie a rombi) ha proposto una sorta di preppy style tracimato su altre influenze, dall’ estetica Sixties alla Y2K… e un pizzico di punk.
Molto del tempo che dedico a una sfilata riguarda in realtà la post produzione. Trasformare i contenuti in un video Tiktok significa (nel mio caso) una stesura di testo, un editing di clip o di immagini, e il montaggio. Non essendo nativa digitale, anche se ho imparato a fare tutto sono oggettivamente un po’ lenta, quindi non ho mai i tempi che dovrei…mi assolvo dicendomi che non devo “stare sulla notizia” per forza, visto che faccio approfondimenti… Non sono Mariella Milani per intenderci, che è pronta col testo in 3 minuti (… signori, qui è scuola Rai) e per il montaggio ha un’assistente che le fa da seconda pelle. Tornando a me, la mia nuova vita digitale, spesso in un assolo, è una challenge continua, e ho poche persone con cui confrontarmi. Quindi ADORO incontrare gli altri creator: oltre a essere i volti che popolano i miei Per Te, tra gioie e dolori della piattaforma, tra views e algoritmi…ritrovarmi in varie occasioni con Luigi Giaretti, Sofia Fisicaro, Selvaggia May, Le magnifiche Perennial, ma anche Morellato o Dolmalisa e tanti altri è sempre interessante. Così come lo è notare il diverso approccio che si ha verso la piattaforma a seconda della verticalità di ognuno e anche dell’età differente. Grande aiuto arriva per me da Cup Cut, l’ap super intuitiva creata da Bytedance (l’azienda di TikTok) che semplifica la vita e, migliorie dopo migliorie, ha reso la preparazione di un video molto più semplice rispetto a due anni fa, e anche nella piattaforma, visto che le funzioni di editing sono state parzialmente integrate. Come mi è stato detto una volta: non ci sono più scuse per non fare un ottimo contenuto… ci viene data la carota per poter reggere meglio il bastone. E il bastone significa algoritmo:-)
Cosa ho visto da segnalarvi? Innanzitutto il Fashion Hub di Cameramoda, che secondo me da 2-3 stagioni ha preso una forza ed è di grande aiuto per i piccoli marchi che lì esposti riescono ad avere una buona visibilità. Ho ritrovato Amato Daniele con il suo marchio di pelletteria storico e di famiglia, e anche anche Deborah Latouche di Sabirah, il brand di modest fashion preziosa creato con tessuti dormienti rigorosamente made in Italy. La novità però, per me è stata 0331, collettivo creativo di Gallarate (il nome corrisponde al prefisso telefonico di Varese): dalla rigenerazione del denim, hanno creato una linea con volumi e sovrapposizioni che creano nuove shapes. Ragazzi vi tengo d’occhio. E voi, seguiteli su IG @0331.ent.
Sono stata a Casa Cucinelli. Brunello non ne può più del quiet luxury: per lui il lusso non può essere silente, deve farsi sentire anche se sempre in maniera gentile. Nel suo caso, niente cromie urlate ma gli amabili toni dei così definiti longevity colors, con un’attenzione particolare ai grigi. La maglieria è un trionfo di maestria, lavorazioni tradizionali come le trecce irlandesi e le classiche coste vengono impreziosite da ricami e da paillettes. Su gonne e pantaloni di tessuto, invece, ciuffetti di piume di qua e di là. E’ un prodotto che negli ultimi anni è diventato bellissimo e molto costoso… forse perché valorizzare gli artigiani ha il suo costo. Questo è uno dei pensieri fissi di Cucinelli, dare dignità, anche economica, ai lavoratori del fatto a mano Made in Italy contribuendo così a garantire il futuro dell’artigianalità, una delle nostre eccellenze nostrane.
Con le partnership, le collaborazioni con aziende, un creator ci vive. Non è il mio caso, visto che faccio anche altro, ma ogni tanto nei miei video compare la scritta “partnershipretribuita” e #adv: significa che il contenuto che state guardando è il messaggio che un’ azienda vuole far arrivare a voi attraverso il mio punto di vista e ton of voice: a modo mio insomma.
Così è stato con MSGM: volevano un racconto della sfilata vista con i miei occhi. Ho chiesto di poter accedere due ore prima anche al backstage, per vedere il #dietrolequinte. La sapete una cosa? Io ho passato anni a pubblicare su D la Repubblica i dossier sfilate con foto di backstage…I vestiti mi sembravano più vivi, più veri rispetto alle foto di passerella tradizionali ….ma a parte qualche visita veloce dopo lo show per un saluto ai designer, in realtà nei backstage non ci ho mai passato molto tempo… E stavolta, che sono arrivata due ore prima e ho visto tutto, è stato bellissimo. C’era caos ma ordinato, l’organizzazione era perfetta. Make-up artist e hair dresser avevano le loro postazioni, e a ognuno una modella. Io, con il braccialetto lasciapassare giravo dappertutto: potevo muovermi liberamente, dal trucco/parrucco alla sala dei vestiti. Tra i vestiaristi uno mi ha colpito: il suo compito era lucidare giacche e cappotti di vernice, non sapevo neanche potesse esserci qualcuno dedicato a questo. E poi due signore in postazione pronte per ogni evenienza: una al ferro da stiro, l’altra alla macchina da cucire. Nel tabellone del casting, due colpi al cuore: look n.1 Tasha Tillberg, look n.12 Guinevere van Seenus, entrambe tra le mie modelle preferite degli anni Novanta. Bello vedere anche il moodboard di ispirazione. La sfilata mi è sembrata più sofisticata, infatti Massimo Giorgetti ha preso spunto dallo scrittore Truman Capote e dal suo giro di signore della buona società newyorchese: apparenza scintillante + anima dark. Giorgetti, che sa muoversi bene nel mondo della buona borghesia ma anche nel circuito underground, ha voluto indagare questi due aspetti. Sulle sonorità elettroniche di Stefano Tarantini (lo conosciamo come Dorian, esperto di soundtrack e anche lui designer) e Paolo Forchetti (@unusualmagic su IG) ha proposto abiti cocktail o minitailleur, contaminando e frantumando totalmente l’allure borghese con zip, vernice, borchie di cristallo nero e scarpe chunky. Ho usato il verbo “frantumare” con un senso specifico. Nel moodboard infatti, immagini di lampadari a gocce, piatti di porcellana e le opere del belga Ian de Vliegher rappresentavano il sunto di stile dell’upperclass americana ed erano avvicinate alle zip, simbolo dell’underground e di reminiscenze punk. De Vliegher, se non lo conoscete, è un appassionato pittore di vetri e porcellane: le sue opere sono diventate anche stampe su tessuto per le gonne e gli abiti della collezione. Per finire, il mio posto in sala sfilata (che sembrava il set di Dogville con le aeree delimitate da nastri bianchi) è stato fortunato: vicino a me avevo Edoardo Conte. Chiacchierare con influencer/creator… come vi ho scritto sopra è uno dei miei sport preferiti. In questo caso, è stato utile anche a rendermi conto che non tutto è solo apparenza.
Il resee di Gucci. Ci convince, non ci convince…. i vostri commenti sotto al video sono ancora ambivalenti, ma giorno dopo giorno sta prevalendo il pollice su, a molti piace. Passo dopo passo, la definizione del nuovo corso prosegue, e guardando la collezione da vicino…è bella, fatta benissimo, questo è innegabile. Come dite?… Non è sufficiente? Però stavolta ha fatto anche le borse nuove, se funzionano è fatta. Volete anche altro, ad esempio un po’ di emozione? Mi spiace, non credo sia messa a progetto. Però se si incontra lui, Sabato De Sarno, la scintilla dell’empatia, l’emozione scattano…e se volete saper la mia, il suo lavoro mi sta piacendo sempre di più.
Su TikTok ho visto accostare la collezione di Miuccia al trend Coquette. Come, scusaaa? Troppo basico, sorry. Una cosa che ho imparato della Signora in questi anni è che scava sempre: dietro, di fronte, sopra e sotto, nel futuro e nel passato… c’è sempre qualcosa in più, quel retropensiero che dà valore anche a un fiocco appoggiato sul didietro. Arrivo presto con video… anche per Bottega Veneta, Etro e Tom Ford.
Settimana prossima, segnate in Calendar il 6 marzo al Memoriale della Shoah. Lucas Possiede, caro amico che a Natale mi ha trascinato in Brasile per il suo matrimonio (ed è così che ho vissuto i giorni più belli della mia vita), è un bravo fotografo di eventi, sempre in mezzo a star, socialites, influencer: è quello per cui è conosciuto. Poi, però, ci sono anche l’impegno e l’attenzione verso le buone cause e la sua prima mostra non poteva che essere in questa direzione. Dopo un lavoro di due anni con Mamme per la pelle, l’associazione che sostiene la convivenza multietnica e opera contro ogni discriminazione razziale, vedremo in esposizione ritratti di famiglie in tutta la varietà che il contemporaneo offre. Lucas, sono fiera di te… E voi, amici, andateci tutti, c’è tempo fino al 7 aprile.
Per finire devo dirvi che vi voglio bene, da quando son tornat a scrivere, siete sempre più numerosi. Grazie anche stavolta di avermi letto fin qui, a presto.
Leggerti è sempre così appassionante ❤️