Di contraddizioni, incontri e della magia impegnativa di MFW
Milano Fashion Week è alle porte e io, cantando Ghali, non mi sento tanto bene.
1620 parole e 8 minuti di lettura. Qui parlo di contraddizioni, le mie. Di come ho incontrato De Sarno, e di come ho tradito Miuccia. Si parla anche di Milano Fashion Week alle porte, e di come vivono questi giorni le fashion editor dei magazine. Di un vecchio libro su re Giorgio riletto d’un fiato, ma prima ancora, dell’invito di un collega: prendiamoci 1 minuto di silenzio prima di scrivere commenti.
Mi piacevano tanto le mules di Prada, quelle uscite in sfilata con gli abiti nuvola (e che trovate nel video del resee), invece ho comprato i mocassini di Gucci col morsetto e la suola carrarmato. Nei confronti della moda mi ritrovo piena di contraddizioni. Sono convinta di non voler più comprare molto, complici anche i prezzi altissimi. I brand a me cari mi stanno facendo capire che non sono più io la cliente che vogliono, la preferiscono più ricca, più spendente, e questo è un fatto che riguarda molti di noi, quegli appassionati di moda che nel corso degli anni hanno riempito i propri armadi con pezzi belli, comprati perché ci piacevano ma anche perché erano pezzi che restavano. Meno male che son rimasti. Quindi ora mi dico che ho già tanto, che non ho bisogno di comprar niente… poi entro da Bottega e mi porterei via almeno 2 paia di scarpe, così come amo Prada, per me appuntamento fisso da sempre, ma chissà perché sono entrata da Gucci e e ho comprato lì.
Sto forse diventando forse una consumatrice da conquistare.. come fossi una Gen Z…senza riferimenti, alla ricerca solo di quello che mi piace? Non lo so, fatto sta che credo nel destino e il giorno dopo l’acquisto dei mocassini indovinate chi ho incontrato all’edicola di nss magazine in corso Magenta?
Parentesi: andateci, è aperta fino al 25 febbraio, ma poi come è che è stato un giornale digitale a dare nuovo smalto alle edicole? Ne parleremo! Dicevo…chi ho incontrato? Lui, Sabato De Sarno, insieme al suo braccio destro Federica Salto… arrivati per un saluto a Walter D’Aprile (il fondatore di nss magazine). Non avevo mai avuto l’occasione di conoscerlo, è stato un gran piacere: sorridente, solare, pieno di energia buona, che potevo dirgli? “Buon lavoro, pochi giorni e ci siamo”.
Infatti rieccoci. Martedì 20 torna #mfw con l’apertura del Fashion Hub: a Palazzo Giureconsulti, in Piazza dei Mercanti, 2, sarà aperto al pubblico da mercoledì 21 a domenica 25 febbraio, orario 9.00 alle 19.00. Un luogo che ai futuri addetti del settore ( gli studenti! I miei ma anche tutti gli altri) consiglio di frequentare perché sempre di più, stagione dopo stagione, si riconferma come punto d’incontro tra la creatività dei nuovi designers, la sostenibilità e l’innovazione.
In totale 161 eventi, anche culturali. In calendario 56 sfilate phygital e 5 digitali (in chiusura lunedì 26 e da guardare sul sito di Camera Moda) + tantissime presentazioni e inaugurazioni.
Oltre ai soliti nomi storici e imprescindibili (Prada, Armani, Gucci e Bottega Veneta, ma anche Fendi, Dolce&Gabbana, Versace) vi suggerisco qualche nome da non perdere: Diesel, ad esempio, oltre a essere un business che funziona, è anche un happening da vedere, e seguendolo sui loro canali digitali, già da oggi si può accedere virtualmente al backstage e ai preparativi. Marni? Accogliamolo a braccia aperte: dopo New York, Tokyo e Parigi, il designer Francesco Russo torna a #mfw, ho sempre trovato interessante la sua visione. Curiosa di vedere la seconda puntata del nuovo corso di Tom Ford (ho già fissato il resee, vi racconterò meglio su Tik Tok) ma anche Moschino, che dopo la tragica scomparsa di Davide Renne ha scelto l’argentino Adrian Appiolaza come direttore creativo. Non lo conoscete? Neanche io, ma mi suscita simpatia e, soprattutto, ha un curriculum eccellente, leggete qui l’ articolo di Vogue Italia. Oltre a lui, sono due i debutti importanti: Walter Chiapponi da Blumarine e Matteo Tamburini che ha preso il suo posto da Tod’s.
Aperti al pubblico vi segnalo due appuntamenti sabato 24. Federico Cina, che dalle 17 alle 20 in via Pier Candido Decembrio presenta “Tor-tel-li-no” , la borsa già vista in sfilata a gennaio che viene presentata in nuovi colori e nella variante minisize, e il fotografo Juergen Teller che presenterà con book signing l’ultimo libro “I need to live”: in Triennale, viale Alemagna 6 dalle 11 alle 13.30. Altre informazioni sono reperibili sul Calendario di Camera Moda scaricabile dal sito.
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Ma come si organizza una redattrice di moda durante la Fashion Week? In questo momento clou dell’anno, in pochi giorni, tra Milano e Parigi si assiste a molta della creatività migliore presentata dai designer, si riesce così ad avere una panoramica chiara sulle proposte della prossima stagione . Parlare di tendenze ha poco senso, ormai nascono da tutte le parti, social in primis. Però grosso modo saltano fuori delle idee comuni (colori, shapes, volumi) che serviranno a costruire i servizi fotografici della stagione successiva. Poco dopo infatti, intorno a fine marzo/primi di aprile si fa il punto, nel migliore dei casi una vera e propria riunione di redazione con il fashion director a cui esporre le proprie idee sui servizi fotografici da realizzare. In assoluto, quindi, le Fashion Week al netto dell’aspetto glamourous e mondano (party, calici di Franciacorta, il piacere di quattro chiacchiere con i colleghi e quant’altro), restano un momento speciale e interessantissimo. Perché non si va ( più) a Londra e New York? Per una redattrice di moda non c’è il tempo di stare in giro 3-4 settimane e i giornali, in genere, non stanziano più neanche il budget. Dovendo selezionare, è Parigi, oltre a Milano, l’unica fondamentale.
Il rovescio della medaglia è che non c’è tregua. Non parlo per me (ormai vado a vedere solo ciò che mi interessa, sono fuori dalle dinamiche tradizionali di una redazione), ma è comunque un ritmo forsennato che conosco bene, avendolo vissuto per tutta la vita (compleanno compreso, che è il 4 ottobre durante Paris Fashion Week) ed è anche quello che tante colleghe/amiche di una vita continuano a sostenere stagione dopo stagione. Vi faccio qualche nome, sicuramente le seguite già su Instagram. Carlotta Marioni (responsabile moda di Grazia), Ivana Spernicelli ( fashion director di MarieClaire e Elle) o ancora Carlo Andreotti e Alessandra Corvasce rispettivamente vicedirettore moda e inviata speciale di Io Donna. L’intento e la necessità per loro è di vedere tutto: bello o brutto poco importa, devono esserci, per scrivere le recensioni o per avere in poco tempo una visione ampia. Non c’è il tempo, come può essere per i free lance, di vedere con calma poche cose ed è per questo che Camera moda mette a disposizione delle redazioni i van o le auto: sarebbe impossibile seguire il calendario serratissimo andando da una parte all’altra della città senza un mezzo. Vedere tutto (o almeno provarci) significa uscire di casa alle 9 del mattino e rientrarci, se va bene, alle 9 di sera (senza contare le cene che monopolizzano in genere i fashion director): guardate il calendario e capirete. Quindi, che sia chiaro, per giornalisti e redattori di moda la Fashion Week non è uguale a quella degli influencer. Non ci sono cambi look più volte al giorno e, per la manicure e il parrucchiere tra una Fashion Week e l’altra, ci si ritaglia a forza un momento tra i vari appuntamenti. Gli influencer invece non hanno necessità di essere dappertutto e neanche di essere informati. Sono presenti solo a pochi appuntamenti concordati dall’agenzia e ci vanno vestendo i look “hot” del brand: il loro lavoro è di amplificazione immediata del marchio ed è a breve termine, dura un giorno, il tempo di 1 set di stories su Ig o di un post presto messo in ombra dai successivi. Il lavoro dei giornalisti di moda, soprattutto quelli che fanno styling, è invece informativo e a lungo termine, nel senso che i risultati appariranno poi sui giornali nelle differenti issue della stagione successiva.
Quanto rumore e cianfanate nel mondo digital. Vi lascio una riflessione del collega/amico Michele Ciavarella, caporedattore di Style Magazine (da seguire su IG e sul profilo di Style, presente anche su TikTok) e facciamone tesoro: prendiamoci 1 minuto prima di esprimere un’opinione.
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Libri con le pagine ingiallite: ne ho letto uno che avevo in casa dal 2006. Di Renata Molho Essere Armani, una biografia. Nonostante sia datato (e volte anche un po’ “piacione”), la lettura è andata veloce pagina dopo pagina: gli esordi negli anni Settanta di re Giorgio che quest’anno compie 90 anni sono meravigliosi nella loro normalità. No, nessun infante che disegnava vestiti fin da piccolo… come ha sempre detto lui… avrebbe potuto anche fare il medico o l’avvocato. Nel libro si ritrova l’essenza del suo pensiero di stile, ma anche le grandi emozioni, dal trionfo al dolore: la scomparsa di Sergio Galeotti, suo amico e socio degli inizi, la scomparsa della mamma, per lui icona di stile. Ve lo consiglio, così come la bellissima intervista di Simone Marchetti uscita su Vanity Fair di gennaio 2024.
Buona Fashion Week a tutti, tornerò prestissimo.